Ad un anno di distanza dal film statunitense "The exorcism of Emily Rose" diretto da Scott Derrickson, il giovane regista europeo Hans-Christian Schmid decide di ritrattare la storia di Anneliese Michel sotto una luce diversa, più realistica e psicoanalitica. A detta del regista pare che la sorella di Anneliese dopo la proiezione del film abbia apprezzato molto questa versione perché più vicina ai fatti accaduti.
Nel film Anneliese è Micaela Klinger (Sandra Hüller), una giovane ragazza ventunenne che dopo aver finito il liceo decide di frequentare l'università, la sua famiglia è molto religiosa e all'idea di lasciare la sua figlia da sola in città non va molto a genio, nonostante ciò suo padre le concede una possibilità affittandole una stanza in una pensione, la madre non condivide questa scelta a causa dei problemi di salute che ha trascorso la figlia (degli "strani" attacchi di epilessia) e quando lascia la casa le dona un rosario per far sì che «il Signore la protegga» dai demoni della società laica.
La vita di Micaela all'università inizialmente trascorre tranquilla, incontra Hanna (Anna Blomeier), una sua vecchia amica di scuola con la quale ricostruisce una forte amicizia e si innamora di Stefan (Nicholas Reinke), un suo coetaneo. Ma un giorno quegli strani attacchi di cui soffriva ritornano accompagnati da altri strani sintomi, decide di confidarsi con un prete perché sente delle voci che la tormentano e che non le lasciano toccare il rosario che le ha regalato la madre, il prete piuttosto scettico rimprovera la ragazza rassicurandole che non è nulla di grave, sollecitandola a proseguire gli studi.
Quando Micaela torna dalla sua famiglia per le vacanze di Natale la madre butta nella pattumiera i suoi nuovi vestiti, alimentando i sensi di colpa della figlia e conseguentemente anche le sue crisi. Lentamente Micaela, tentando inutilmente di avvicinarsi alla figura materna, si piega alla sua volontà finendo per annientare se stessa. Abbandona l'università, rifiuta l'aiuto di uno psicologo e si convince di essere posseduta da un demonio, chiusa con i suoi genitori nella sua casa affonda nella spirale del fondamentalismo religioso. Ed è proprio in questa situazione malsana, con la madre pentita che si avvicina alla figlia come mai ha fatto prima, che Micaela ritrova quella comprensione e accettazione che gli è stata negata per tutta la vita. Nell'ultimo pianosequenza Micaela dopo aver trascorso una giornata con Hanna entra nell'auto e guarda oltre il finestrino, la tranquillità del verde paesaggio sembra sospirare la sua morte come un presagio agrodolce, è la colonna sonora "Anthem" dei Deep Purple a sottolineare questo momento di sconfortante serenità, momento che aveva già abbracciato Micaela in un'altra significativa sequenza del film, quella dove dopo essersi baciata con Stefan, si dirigeva verso il centro della pista da ballo e iniziava a danzare energicamente, liberando il suo corpo dall'immobilità della solitudine e della vergogna, mentre un lacrima le rigava il viso. In questa commozione si celava tutto il mistero della fragilità del suo essere, di fronte a lei c'era ancora una finestra aperta verso il mondo che le offriva la possibilità di una vita felice e che ha potuto sfiorare per un momento, ora è chiusa dentro un'auto e può solo contemplarla attraverso un finestrino.
Schmid attraverso la macchina da presa porta sulle spalle tutto il peso emotivo della sua protagonista, cattura con estrema intimità ogni suo magone, lacrima, gioia, attacco nevrotico, tra la ponderazione sociale e psicoanalitica di Ken Loach ("Family Life") e lo stile grezzo e disturbante di Lars Von Trier ("Le onde del destino"), gira un film appassionante ed equilibrato, interrogando umanamente lo spettatore, senza la pretesa di asserire ad una verità certa.
«Straordinaria Sandra Hüller» dichiarò Tullio Kezich, quanta verità, questo è stato un esordio folgorante per questa giovane attrice tedesca che col tempo ha saputo confermare le sue doti. Per la sua interpretazione si aggiudicò meritatamente l'Orso d'argento.
Il dubbio che ruota/ruotava? intorno a possessione e schizofrenia è un tema che mi ha sempre affascinato. Tanto per dirti, uno degli esempi migliori del passato quì in Italia, lo si può riscontrare ne "Il Demonio" di Brunello Rondi. Hai scritto un'ottima recensione su cui mi trovo assolutamente d'accordo, una trasposizione che, a differenza di quella pomposa (poteva essere altrimenti?) sfornata da Hollywood, rende piena giustizia alla storia vera, ed il fatto che la sorella di Anneliese sia rimasta soddisfatta ne è la conferma. Sandra Huller inoltre è bravissima, è un'attrice che ho avuto occasione di apprezzare anche in un'altra pellicola olandese (Brownian Movement, 2010).
RispondiEliminadovrò recuperare immediatamente Il Demonio, ne avevo già sentito parlare bene.
EliminaBrownian Movement, invece, si trova sottotitolato in italiano?
Purtroppo no, solo sub english!
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