venerdì 9 agosto 2019

Mandragora (1997)

Wiktor Grodecki conclude la trilogia sulla prostituzione minorile con Mandragora. A differenza dei due primi lungometraggi (Not angels but angels e Body without soul), questo film non è un documentario ma un film di finzione. La sceneggiatura ripercorre praticamente gli eventi già esplicati magnificamente nei documentari, ma condensati tutti in un unico personaggio: quello di Marek, un giovane sedicenne incompreso dal padre autoritario che scappa di casa per finire alla stazione Praga, qui subirà ogni sorta di ingiustizia e finirà nelle mani di un magnaccia che ne farà una merce sessuale. Incontrerà un giovane ragazzo di nome David, anch'esso prostituto, che lo aiuterà a liberarsi dal magnaccia e con il quale stringerà una forte amicizia. Insieme deruberanno clienti per aumentare le loro entrate, ma David finirà per usare Marek per raggiungere i suoi scopi. Il rapporto tra i due diventerà sempre più burrascoso e porterà entrambi verso l'autodistruzione.
Mandragora è un'opera difficile da giudicare, sopratutto dopo aver visto i magistrali documentari di Grodecki, lo spettatore sarà continuamente teso a paragonare le opere cinematografiche tra loro e a chiedersi la necessità di questo film. In prima analisi, vien da pensare che è certamente un film che ha delle lacune narrative perché nel suo sviluppo si notano dei "buchi" di non poco conto: per esempio, nella parte centrale del film c'è la scena del bar in cui i due giovani protagonisti vengono presi di mira da un gruppo di uomini, ma non conosceremo mai l'esito di quello scontro, similmente accade con la crudelissima scena del pestaggio dei ragazzi del quartiere dove i due vengono feriti gravemente ma non sappiamo come siano riusciti a sopravvivere. L'opera è così caratterizzata da questa discontinuità narrativa che ne pregiudica la qualità, ma il motivo non è così incomprensibile, è chiaro che Grodecki è legato molto alle testimonianze dei ragazzi dei suoi documentari, perciò la messa in scena filmica di quegli eventi appare come una sorta di collage, un memoriale collettivo. Di fatti, malgrado la frammentarietà dell'opera, la regia si dimostra all'altezza restituendo allo spettatore un'esperienza cinematografica potente e disturbante. Come per i documentari, l'opera è colma di brani classici, sopratutto di musica sacra, che non si limitano ad accompagnare l'immagine filmica ma a costruirne la sua espressione, amplificando il senso di alienazione nello spettatore. Esemplare a questo proposito è la scena dove i due protagonisti incontrano due prostitute e tra loro si scambiano dei dialoghi sconfortanti e brutali sotto le musiche di "Erbarm Dich" di J. S. Bach; o ancora la sconvolgente scena dove Marek e David sono nell'appartamento di un regista porno di nome Libor, che gira i suoi film in presenza di sua moglie e i suoi bambini come se nulla fosse, i cori di "Wir setzen uns" di J.S. Bach fanno da colonna sonora a questi momenti rendendo più insostenibile di quanto già lo sia l'ambiente degradante dell'appartamento e il sottofondo incessante del pianto della neonata trascurata dai genitori.
Il film è sorretto magnificamente dall'interpretazione di Miroslav Caslavka, al suo primo ruolo d'attore. È interessante notare che nel ruolo di David c'è David Svec che era uno dei ragazzi intervistati in Body without soul e che nel film interpreta praticamente il suo stesso vissuto! 
Il finale all'interno dei bagni pubblici della stazione di Praga, dove assisteremo all'insolubile destino di Marek e suo padre, arriva allo spettatore come un pugno sullo stomaco, risulta efficace l'uso del campo medio angolato dall'alto che rafforza l'assenza di una salvezza escatologica.
Mandragora, come nella tradizione medievale e alchimistica, è una pianta velenosa dall'aspetto di un bambino che emette un pianto letale per chi l'ascolta e che secondo la tradizione machiavellica il metodo più sicuro per coglierla è legarla ad un guinzaglio di un cane che viene lasciato libero in modo che questo tirandola permette di sradicarla udendone il lamento straziante e morendo all'istante, consentendo così al proprietario di coglierla. Il film di Grodecki si instilla nello spettatore allo stesso modo: è il gemito disperato delle giovani vittime della prostituzione usate e uccise dal mondo degli adulti, di figli spezzati da padri che non potrebbero mai udire e sopportare il loro pianto.


Il film è rimasto inedito in Italia, per questa ragione in home video potete trovare solo edizioni straniere. Su questo link potete acquistare il DVD americano, mentre i sottotitoli in italiano, di cui ho curato personalmente la traduzione, potete scaricarli su questo link.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Ciao Arwen! Sui torrent lo trovi tranquillamente, per i sottotitoli italiani li ho tradotti personalmente, inserirò il link domani sotto la recensione.

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