Film meno conosciuto del famoso. Il cubo diretto dal regista italo-americano nel 97', ma non meno degno di interesse. Il film segue le vicende di due giovani amici di lunga data di nome Andrew e Dave, un pò impacciati e disadattati per il mondo che li circonda, che hanno deciso di vivere nello stesso tetto per sostenersi a vicenda. Andrew è agorafobico e vive chiuso nell'abitazione lavorando come agente di viaggio attraverso l'ausilio di un telefono, Dave è un impiegato che viene continuamente preso in giro dai suoi colleghi. Quest'ultimo si innamorerà di una donna e deciderà di lasciare la casa che condivide con l'amico, Andrew si sentirà tradito e abbandonato. Ma ben presto Dave scoprirà che la donna che crede di amare, l'ha soltanto usato per appropriarsi delle sue credenziali e derubare i soldi dell'azienda in cui lavora. Dave così verrà licenziato e denunciato dal suo capo, lui tenterà una fuga. Ma le disavventure non finiscono qui, nel frattempo Andrew verrà incastrato da una bambina che busserà alla porta della sua casa e lo accuserà di molestie in accordo con la madre. I due amici si ritroveranno nella loro casa assediati dalla polizia. Disperati, entrambi desidereranno così ardentemente di essere lasciati in pace dal mondo, che finiranno per esserlo davvero! Ed è così che, improvvisamente, si ritroveranno circondati dal nulla più assoluto. Una dimensione dove il bianco domina tutto lo spazio circostante alla loro casa, e dove gli oggetti e i corpi ci rimbalzano come fossero fatti di gomma.
Il film sebbene abbia toni grotteschi e demenziali, riesce nell'intento di disturbare e inquietare, ma sopratutto aprire perspicaci riflessioni sui rapporti umani. La bellezza di Nothing è proprio questa, non è un film classificabile e sorprende per la sua capacità di riuscire a raccontare l'orrore partendo da un fortissimo legame d'amicizia. L'idea di poter "eliminare" ciò che ci disturba, che è doloroso, che non tolleriamo, si concretizza e lo fa mostrando tutta l'oscura forza annichilente che vive nell'animo umano. Si arriva a un finale spiazzante e assurdo. La sensazione che si tratti di un "esercizio di stile" è dietro l'angolo, a dimostrazione è l'inutile scena finale dopo i titoli di coda. Ma nel complesso rimane un'opera minimalista assolutamente avvincente con uno script coinvolgente e degli espedienti visivi efficaci.
Ce ne fossero di registi così sfrontati come Natali!
lunedì 22 giugno 2020
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