L’Hirondelle et la mesange fa parte di quei film mitici mai usciti in sala e dei quali si erano conservati soltanto i giornalieri. Giudicato troppo documentaristico dalla Pathé Consortium, che temeva un fiasco finanziario, il film fu proiettato solo a pochi iniziati durante una serata organizzata nel novembre del 1920 al Théâtre de la Gaîté e in seguito ai membri del Club français du cinéma il 5 giugno 1924. Il montaggio di Antoine non è mai stato ritrovato. Fu solo nella primavera del 1982 che riapparvero negli archivi della Cinémathèque française ventitré scatole contenenti ognuna 300 metri di negativi dei giornalieri, depositati nel 1942 da André Laporte, ex dipendente della Pathé-cinéma. La Cinémathèque si impegnò cosi nella post-produzione del film, affidando il montaggio dei giornalieri a Henri Colpi – montatore per Resnais e Varda e come regista vincitore della Palma d’oro a Cannes con il suo film d’esordio Une aussi longue absence –, più di sessant’anni dopo le riprese. Utilizzando la sceneggiatura originale e la lista di intertitoli di Antoine conservati presso il dipartimento di Arti dello spettacolo della Bibliothèque nationale de France, Colpi si cimentò in un caso limite nella storia del restauro, poiché la versione del film che oggi ci viene offerta può essere valutata solo facendo riferimento al suo lavoro del 1983.Manon Billaut
Durante la prima mezz'ora della visione del film di André Antoine, per l'eccessiva illustrazione delle ambientazioni e il distacco dai personaggi, si ha effettivamente la sensazione di assistere a un documentario. Vediamo il viaggio di una famiglia all'interno di due péniche appaiate, la famiglia è composta da Pierre Van Groot, la sua moglie Griet e la giovane sorella di lei, Marthe. Viaggiano per le acque del Belgio e della Francia a fini commerciali. Arrivati ad Anversa, Pierre assume come nuovo aiutante delle imbarcazioni il giovane Michel. E gradualmente, quasi senza accorgersene, proprio come maturerà il legame tra la famiglia e lo sconosciuto pilota, la macchina da presa si avvicinerà a loro, superando quel distacco iniziale. Anche i paesaggi attorno all'imbarcazione, inizialmente caotici e freddi della città, muteranno e acquisteranno una luce intimista quando si isoleranno dalle aeree urbane, in questi momenti le musiche di Raymond Alessandrini (che ha preso in prestito anche tre temi di Maurice Jaubert) si coniugheranno con incanto ai paesaggi naturali. Le "pause" di quelle immagini documentaristiche acquisteranno un valore poetico. Sembrerà di essere lì, di respirare quell'aria, quella pace, quella vita. É interessante per i tempi in cui fu girato (prima del "realismo poetico" di Vigo, per intenderci), la scelta di aver utilizzato delle inquadrature da diverse angolazioni per raccontare il vissuto interiore dei personaggi, esplicativa a questo proposito è la parte in cui Griet racconta al marito la molestia che ha subito da parte di Michel, la scena viene ripercorsa da un flashback mostrandola da un'angolazione diversa da quella dell'accaduto. Sorprende anche la naturalezza della recitazione degli attori, che contribuiscono ad accentuare il realismo e conseguentemente la crudezza degli eventi narrati. L’Hirondelle et la mesange è uno di quegli esempi di cinema dove l'equilibrio tra forma e contenuto è perfetto, fareste bene a intraprendere questo viaggio in silenzio e goderne della sua intima e semplice bellezza.
«Ho avuto l'idea di un film: la vita dei barcaioli, nelle Fiandre, sui canali. Mando avanti Grillet, per cercare un ambiente. Poi arrivo con gli artisti. Lasciamo Anversa sulla nostra chiatta e risaliamo la Schelda. Magnifico... Poiché tutto era stato girato in movimento, tutte le immagini sono venute in rilievo. Impressionante.»
André Antoine
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