Film diretto da Sean Mathias, è ispirato all'opera teatrale di Martin Sherman che ha collaborato anche per la scrittura della sceneggiatura del film. Ambientato nella Berlino del 1934, è uno dei pochi film che racconta l'omocausto. Nel regime di Hitler, gli uomini condannati per la loro omosessualità venivano deportati nei campi di concentramento e identificati con il simbolo di un triangolo rosa, che veniva cucito sulle loro camicie. Era un simbolo percepito con grande vergogna, considerato dagli stessi deportati come il "peggiore di tutti gli altri simboli". Ed è questo il tema centrale di Bent.
Max dopo l'assassino del suo compagno, per sopravvivere alle barbarie delle SS, negherà il suo orientamento sessuale. E in una scena mostruosa, dopo aver dimostrato davanti alle guardie naziste di essere riuscito ad avere un rapporto sessuale con una ragazzina, otterrà la stella gialla degli ebrei. Giunto al lager incontrerà Horst, l'uomo che sul treno gli aveva suggerito come comportarsi per sopravvivere alle guardie e scoprirà che lui indossa un triangolo rosa. Tra i due nascerà un legame molto forte, che metterà a dura prova le loro vite e i loro sentimenti.
Il film è un continuo crescendo, la regia passa dai toni più leggeri a quelli più duri, in modo molto secco, rappresentando efficacemente le esperienze traumatiche dei protagonisti. I dialoghi nella parte centrale del film acquisiscono un carattere più teatrale rivelando la natura dell'opera, ma questo aspetto viene gestito magnificamente dalle performance degli attori e dalla scelta registica di inserirli all'interno della scarna scenografia del "lavoro dei sassi" che occupa costantemente la quotidianità dei due uomini, permettendo di non pregiudicarne il realismo cinematografico. Quel duro e assurdo lavoro di spostare sassi da un posto all'altro, logorerà la mente di Max e Horst a tal punto che soltanto il parlarsi li farà sentire ancora esseri umani. E proprio la parola, il linguaggio stesso, come fino a quel punto è stato concepito per i due - e per lo spettatore - non sarà più lo stesso. Durante le loro brevi pause dal lavoro, i due riusciranno a percepire la loro presenza soltanto parlandosi senza mai toccarsi e guardarsi negli occhi, anche in questo modo riusciranno ad amarsi ed avere persino un rapporto sessuale, come capaci di una fusione extra-corporea. La loro sessualità sopravviverà nel posto più disumano e repressivo progettato sulla terra. Ed è in questo che Bent si differenzia tantissimo da qualsiasi altro film sull'olocausto, con originalità e sfrontatezza fa dell'assenza la sua forte poetica.
Si giungerà a un finale tragico e dirompente nel suo messaggio di libertà, manifesto di lotta identitaria. È un urlo all'affermazione dell'identità gay, il cui eco mai è stato così forte. Sorretto dalle memorabili interpretazioni di Clive Owen e Lothaire Bluteau, e accompagnato dalle musiche minimaliste di Philip Glass, Bent è uno di quei grandi film che resistono al tempo e ci appaiono più attuali che mai.
Il film è rimasto inedito in Italia, ma è disponibile in streaming su Prime Video, in lingua originale con i sottotitoli in italiano.
qui (https://www.dailymotion.com/video/x3ugwyb) si può vedere con sottotitoli in francese
RispondiEliminaè un film che merita molto, sono d'accordo
Grazie! Eh sì, pensa che l'ho rivisto a distanza di un decennio e passa, questa seconda visione me l'ha fatto apprezzare persino di più. Va assolutamente fatto conoscere in Italia!
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