Adattamento dell'omonima tragedia di August Strindberg per mano di Liv Ullmann. Ed è probabilmente il più riuscito tra le molteplici trasposizioni cinematografiche fatte finora, persino del noto film di Alf Sjöberg. La complessità del personaggio di Julie è fedele alla tragedia ma aggiunge una fragilità e un'umanità del tutto inedite che l'attrice Jessica Chastain destreggia con impressionante equilibrio. E qui, credo proprio che ci troviamo di fronte a una delle interpretazioni femminili più incredibili degli ultimi anni. Anche Colin Farrell nel ruolo del servo Jean e Samantha Morton nel ruolo della domestica Kathleen non sfigurano affatto sulla protagonista. L'impostazione teatrale dell'opera è incastrata all'interno di scelte registiche funzionali: il gioco spettrale dei riflessi sui vetri che dissolvono uno dei personaggi sull'altro, le inquadrature dall'alto e dal basso, sono scelte che gravano efficacemente sulla determinazione del potere dei personaggi nel corso della storia. Anche la forte sensualità espressa, che trova in Colin Farrell e Jessica Chastain un'alchimia fisica perfetta, ha un ruolo predominante nel ribaltare la gerarchia dei loro ruoli. E il continuo iterare del secondo movimento del "Piano Trio in E flat" di Franz Schubert non è casuale, è la colonna sonora perfetta per rappresentare la tragedia che incombe sui tre personaggi, unici corpi umani visibili all'interno del campo cinematografico per tutta la durata del film. Questa impostazione minimalista, molto fedele alla tragedia di Strindberg e che altre rappresentazioni cinematografiche hanno "sacrificato", rende molto più minaccioso ogni rumore, suono, eco che proviene al di fuori della mura del castello. La fotografia livida di Mikhail Krichman è perfettamente adeguata ai toni della storia. Forse l'unica pecca è la prolissità della pellicola, che verso la fase finale si fa sentire perdendo un po' di quel pathos che riusciva a sostenere. Finale catartico, quasi liberatorio, meno crudo e secco della scrittura di Strindberg, e qui si può avvertire tutta quella profondità, unica e riconoscibile, che solo la sensibilità di Liv Ullman poteva toccare. Se avete amato come me l'opera teatrale, dovete assolutamente vederlo.
giovedì 11 febbraio 2021
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