sabato 20 febbraio 2021

Portrait d’une jeune fille de la fin des années 60 a Bruxelles (1993)

É uno dei nove episodi di Tous les garçons et les filles de leur âge un progetto televisivo francese prodotto da Arte e trasmesso nell'ultimo trimestre del 1994. Tutti gli episodi sono diretti da registi diversi e affrontano il tema dell'adolescenza con storie diverse. Portrait d’une jeune fille de la fin des années 60 a Bruxelles è il terzo episodio diretto da Chantal Akerman e segue le vicende di Michelle, una giovane adolescente stanca e delusa della vita, non frequenta la scuola da tre mesi e passa le mattinate tra le strade di Bruxelles e dentro i cinema. Un giorno durante la proiezione di un film conosce Paul, i due si scambiano un bacio e una volta usciti dal cinema vagano per le strade di Bruxelles parlando delle loro esperienze di vita e delle loro idee su svariati temi come l'amore, la sessualità, la politica e la filosofia. Michelle confesserà a Paul di averlo baciato solo per poterlo raccontare ad un altro ragazzo e farlo soffrire, Paul, a sua volta, confesserà di averle mentito riguardo il suo presunto appuntamento con un'altra ragazza e le rivelerà di essere un disertore che è appena fuggito dal militare con la scusa del giorno di licenza. Tra i due nascerà un'intesa forte, ma contrariamente alle aspettative di una storia come questa giungeremo a un epilogo che definire destabilizzante è riduttivo. 
Chantal Akerman, vicina per intenzioni poetiche alla "crisi esistenziale" dell'ultimo cinema di Robert Bresson, mette in azione un processo di decostruzione dei codici comportamentali e delle garanzie identitarie, in questo caso, strettamente legate alla cultura eteronormativa, aprendo nuove possibilità interpretative della realtà. Questo processo culmina durante la scena del ballo finale, dove lo sguardo della macchina da presa si avvicina esasperatamente alla protagonista, lasciando che la sua soggettività domini lo spazio e facendo risalire alla coscienza tutto ciò che in qualche modo, fino a quel momento, era rimasto sotterraneo e invisibile alla superficie delle cose: il suo desiderio inespresso verso l'amica Danielle, la sua incapacità di amare, il suo sentimento di profonda alienazione e solitudine. 
Il critico Richard Brody del The New Yorkers descrive questa scena magnificamente:

Una scena di un ballo, ambientata su “La Bamba” e James Brown, ricorda in modo bruciante le estasi mescolate e gli smarrimenti della giovinezza, il brivido improvviso della solitudine in una folla che è la maledizione e l'orgoglio di un'anima sensibile e desiderosa.

Scarno, povero, minimalista ma dotato di una rara intensità, questo mediometraggio di Chantal Akerman è molto più di un racconto di formazione, è un burrascoso e malinconico viaggio esistenziale alla fine del quale permarrà un senso di smarrimento, struggimento e angoscia. L'interpretazione di Circé Lethem è memorabile.

0 Commenti:

Posta un commento


Post più popolari