martedì 25 maggio 2021

Men Behind the Sun (1988)

Ho sempre rimandato la visione di questo film, temendo lo stress che l'orrore rappresentato potesse provocarmi. Tuttavia, ci sono momenti in cui è necessario mettere da parte il proprio ego e affrontare le paure, per onorare la memoria e assumersi la responsabilità storica che le vittime di tali atrocità ci impongono, oltre a comprendere quanto ancora poco conosciamo della natura dell’homo sapiens. In effetti, dopo aver visto questo film, la definizione tassonomica di "homo sapiens" risulta del tutto inadeguata, obsoleta e persino errata.
Siamo nel 1945, un gruppo di ragazzini arruolati nel Corpo della Gioventù dell'esercito imperiale giapponese, viene portato ad Harbin per prestare servizio presso un'importante e segretissima unità scientifica: l'Unità 731, guidata dal tenente generale Shiro Ishii. Qui i ragazzi vengono addestrati a modificare la loro percezione dei prigionieri, disumanizzandoli fino a ridurli a mere "maruca" (letteralmente "tronchi"), cavie da laboratorio impiegate in esperimenti estremamente sadici e crudeli, finalizzati alla creazione di nuove armi batteriologiche. Per comprendere la portata di tale evento, bastano le parole del dottore responsabile delle sperimentazioni, il quale afferma che questo campo di ricerca costituisce un tentativo di portare avanti le sperimentazioni umane condotte dai nazisti sugli ebrei e su altri "untermensch" (sub-umani) nei campi di concentramento. Descrivere a parole gli innumerevoli e terrificanti esperimenti a cui assisteremo sarebbe riduttivo e inutile perché non restituirebbero mai pienamente la loro brutalità e malvagità. Quelle immagini hanno un impatto così devastante per l'estremo realismo, che spesso si fa fatica a tenere lo sguardo sullo schermo e a concentrarsi sulle scene successive. Tun-Fei Mou, pur mantenendo un distacco documentaristico e senza immergersi nelle storie personali delle vittime, riesce a trasmettere con precisione la sofferenza fisica e psicologica a cui sono sottoposti durante gli esperimenti. Gli attori offrono performance impressionanti, contribuendo a rendere ancor più disturbanti le scene. L’unico aspetto criticabile al regista, è quella di non aver sollevato un discorso filmico che andasse oltre la rappresentazione stessa della violenza, le scene in cui non si consumano le atrocità appaiono deboli dal punto di vista narrativo e, talvolta, risultano caricaturali per la scarsa caratterizzazione dei personaggi. Manca quella profondità e radicalità nella denuncia che, ad esempio, opere come "Salò e le 120 giornate di Sodoma" o "Va' e Vedi" riescono ad esserne portatrici. Va tuttavia riconosciuta l’onestà di Mou, che ha coraggiosamente cercato di mettere in luce un aspetto oscurissimo e controverso della storia del Giappone. In conclusione, si tratta di un film fortemente sconsigliato ai deboli di stomaco.


Il film è rimasto inedito in Italia, può essere recuperato in lingua originale acquistando il Blu-Ray su Amazon, su opensubtitles sono disponibili i sottotitoli in italiano.

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