Hadewijch è una sorella novizia, guidata da una fede che la porta ad assumere comportamenti estremi come praticare lunghi digiuni e non trovare riparo durante le piogge invernali. La Madre Superiora osservando la pericolosità della sua fede, deciderà di espellerla temporaneamente dal convento per riportarla a contatto con il mondo esterno. Hadewijch ferita e delusa da questa decisione, tornerà a vivere dalla sua famiglia e durante una uscita in una caffetteria conoscerà un ragazzo musulmano di nome Yassine. Quest'ultimo finirà per innamorarsi di lei, ma lei fermerà le sue avances facendoli capire che il suo amore per Cristo è esclusivo. L'anima di Hadewijch è in pena, soffre per l'assenza fisica di Cristo nel mondo e tenterà di cercare delle risposte interpretando dei segni che si manifesteranno attorno alla sua vita, questa ricerca la condurrà in un percorso sempre più oscuro. Convinta da Nasir, il fratello maggiore di Yassine, come cristiana finirà per allearsi con un movimento di fondamentalisti islamici, dei quali condividerà gli obiettivi strategici per condurre un'azione terroristica.
«Il problema non è l’Islam o il cristianesimo, ma gli estremismi nei quali cadono le religioni. Era fondamentale che Céline rimanesse cristiana, che non si convertisse. Hadewijch non è un’accusa contro l’Islam, è un’accusa contro le derive degli estremismi religiosi, contro le derive della fede. Che uno sia ebreo, cristiano, buddista o musulmano è lo stesso. Bisogna superare le singole religioni per ritrovare la spiritualità. C’è bisogno di una nuova spiritualità, non religiosa ma umanista. É questo quello che racconta il film»
Guidato magnificamente dalla sua timida e delicata protagonista, interpretata da Julie Sokolowski, è un film formalmente austero e minimalista, con una fotografia fredda, pallida ma luminosa e un impianto narrativo fugace, le cui elissi conducono lo spettatore verso un territorio misterioso, verso un'esperienza mistica che si risolve in un finale epifanico di straordinaria grazia. Il cinema di Bruno Dumont è prezioso, perché ci solleva al di là della morale, al di là dell'apparenza delle cose, conducendoci in una dimensione dove il sacro e il profano entrano in una comunione profonda, generando una nuova visione delle cose. "Hadewijch" è uno dei suoi film più belli e pregni che abbia girato fino ad oggi.
«Il finale del film offre una liberazione. Tutta la tensione che si è accumulata nel corso del film trova un rilascio in questo abbraccio. È un finale che mi commuove profondamente quando lo guardo sullo schermo»
Visto, molto duro come film
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