martedì 24 agosto 2021

Il secondo cerchio (1990)

Il secondo cerchio (Krug vtoroj, 1990) è il primo lungometraggio della cosiddetta "trilogia della morte e dell'inesistenza" ideata da Aleksandr Sokurov che prosegue con Pietra (Kamen,1992) e Pagine sommesse (Tikhiye Stranitsy, 1994).
Segue le vicende di un ragazzo siberiano che affronta la morte del padre e tutte le sue difficoltà per dargli una degna sepoltura. Accade in un'Unione Sovietica ridotta alla fame, all'odio, ormai vicinissima al suo crollo.
È un film scarno, silenzioso, crudo, sporco, con una fotografia monocromatica color seppia, lontano dalla "pulizia" estetica e dall'impianto teatrale che caratterizzerà i film più recenti del regista, "Il secondo cerchio", per molteplici punti di vista, appare come l'antitesi di quello che sarà il successivo "Padre e Figlio": il rapporto tra padre e figlio qui è essenzialmente un legame di assenza e di morte, ma non per questo di minore vicinanza, infatti la morte del padre è un evento che spinge il figlio a ricercare disperatamente la solennità di un rito, quello della sepoltura, tra il caos di una civiltà imprigionata in un ciclo dantesco di miseria materiale e spirituale, che fa della prevaricazione la sua unica forma di sopravvivenza. Finale risolutivo ma dolente, che non riempie il vuoto ma lo affittisce. È uno dei film più onesti e significativi di Sokurov. Nel 1991 si aggiudicò il premio FIPRESCI come miglior film all'International Film Festival Rotterdam.


Il film può essere visionato in streaming su Youtube, in lingua originale con i sottotitoli in inglese.

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