Primo lungometraggio di una trilogia dedicata alla prostituzione minorile che il regista polacco Wiktor Grodecki ha girato nella Repubblica Ceca, come il successivo Body without soul (1996) si tratta di un documentario, a differenza del terzo Mandragora (1997) che è un film di finzione. "Not angels but angels" raccoglie le confessioni di 15 ragazzi di età che variano tra 14 ai 19 anni che vivono e si prostituiscono nella grande capitale di Praga. La maggior parte di loro dichiarano di non essere originari del posto, ma che sono finiti nella città a causa di situazioni economiche e famigliari difficili, man mano che le risposte alle domande del regista proseguono le confessioni si fanno sempre più intime e sconvolgenti. Dichiarano di preferire generalmente i clienti più vecchi e ricchi, che li selezionano in base all'abbigliamento e agli oggetti preziosi che portano, sottolineando che molti di loro provengono da Paesi Occidentali come la Germania, l'Inghilterra e gli USA, infine aggiungono che a volte non usano i preservativi con i clienti tedeschi perché si sentono rassicurati dal loro alto status sociale. Traspare una pericolosa ingenuità nelle loro dichiarazioni che arriva allo spettatore come un pugno sullo stomaco, quando scopriremo che i ragazzi finiscono per spendere molti dei loro soldi alle slot machine dimostrando chiaramente di essere vittime di una dipendenza da gioco, segnata persino dai loro visi stanchi e angosciati, il disegno di questi ritratti si farà insostenibile da sopportare. Grodecki incornicia queste anime con una fotografia espressionista che divide i loro volti in ombre dure e luci spettrali, usando spesso luci artificiali di colore rosso e blu, come i successivi lavori anche qui brani di musica classica come quelli de la Passione di Matteo di Bach e il Requiem di Mozart accompagnano le confessioni drammatizzandole, seppur rischioso questo processo non è mai dirottante o artificioso, ma incline ad esprimere la loro silenziosa sofferenza. L'uso di immagini di finzione all'interno del documentario è significativa: nel finale vedremo i primi piani nauseanti di vecchi uomini di affari in giacca e cravatta alternati dalle reali fotografie pornografiche dei minorenni sfruttati, quelle foto rappresentano la realizzazione dell'immaginario perverso di quegli uomini, mentre quei primi piani costruiti dal regista materializzano l'immaginario dei clienti basandosi sulle testimonianze dei ragazzi, questa contrapposizione risulta di grande potenza evocativa perché restituisce l'archetipo del capitalismo.
Il titolo "Not angels, but angels" secondo il critico Douglas Messerli evoca un episodio storico cristiano descritto nell'Historia ecclesiastica gentis Anglorum (731 d.C.), in cui Agostino d'Ippona arrivato nel mercato romano vide degli schiavi biondi e di pelle chiara venduti, li chiese da dove provenissero e li risposero che erano "Angli", lui allora con un gioco di parole ribatté: "Non Angli, ma Angeli". Dopo questo incontro Agostino decise di portare il cristianesimo agli Angli. Il film di Grodecki invece, lungi dall'essere religioso, porta una delle più grandi denunce sulla mercificazione del corpo che siano mai state rappresentate sullo schermo.
Il film potete trovarlo su Vimeo, sono felice di comunicarvi che ho curato la traduzione dei sottotitoli in italiano che potete scaricare su questa pagina. Trovate anche quelli degli altri due film di Grodecki.
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