È l'adattamento dell'omonimo romanzo di Uladzimir Karatkevič. Ambientato alla fine del 1900 nella Polesia della Bielorussa, segue le vicende di Andrey Beloretsky (Boris Plotnikov), un giovane etnografo interessato allo studio delle antiche leggende popolari locali. Durante il suo viaggio, cercando riparo da un temporale, si stabilisce nell'antica tenuta Bolotnye Yaliny, la cui giovane padrona Nadezhda Yanovskaya (Elena Dimitrova), è l'ultima rappresentante di un'antica famiglia nobile. La donna gli rivelerà che una serie di entità spettrali infestano il luogo, tra questi una spettrale "Donna Blu" che vive nella palude e un'altra entità chiamata solo "L'Omino". Ma il peggiore di tutti è il terribile Re Stakh, che si racconta fu assassinato dopo il tradimento di un antenato di Nadezhda e il cui spettro dannato ora compie una "Caccia Selvaggia" per sterminare tutti i discendenti del suo assassino. Il giovane Andrey inizialmente non crede alla realtà degli eventi che gli vengono raccontati, ma ben presto una serie di strane morti e delle inquietanti visioni metteranno a dura prova il suo scetticismo.
Gli horror sovietici sono rarissimi e potremo considerare questo un diretto successore del più noto "Vij" (1967), con la differenza che il film di Rubinchik è totalmente privo del tono fumettistico e grottesco che contraddistingueva la regia di Georgij Kropačëv e Konstantin Eršov, al contrario è puro e profondo orrore. Merito della caratterizzazione ambigua e drammatica dei personaggi, di un'ambientazione paludosa e un'atmosfera spettrale fotografate magistralmente dalla direttrice della fotografia Tatyana Loginova. Nelle inquietanti scene dei cavalieri durante la loro "Caccia Selvaggia" vengono utilizzati intelligentemente anche degli effetti visivi che schiacciano il campo visivo delle inquadrature, amplificando il senso di oppressione e impotenza durante la fuga delle "prede". Il film è contaminato anche da un'audace surrealismo come la scena del teatro popolare di marionette che appare dal nulla e offre uno spettacolo che culmina con la decapitazione di ogni burattino a turno, lasciando un piccolo animale ( un uccello nel primo caso, un serpente nell'altro) dalla loro ferita insanguinata, o la bizzarra sequenza in cui Nadezhda, come parte di un rito misterioso, viene sepolta nuda in un mucchio montuoso di piume bianche. "Savage Hunt of King Stakh" è un film gotico nel senso più nobile del termine con una narrazione sospesa e complessa non sempre capace di mantenere il completo coinvolgimento dello spettatore, ma dotato di un'indiscutibile fascino visivo. Da scoprire.
Il film può essere visionato in streaming su Youtube in lingua originale sottotitolato in inglese. Ma potete scaricare i sottotitoli in italiano qui.Per molto tempo abbiamo riflettuto su come mostrare in modo convincente l'inseguimento della terribile cavalleria – la "caccia selvaggia" – all'inseguimento del protagonista che corre attraverso la palude, finché Rubinchik non si è reso conto che i movimenti dovevano essere rallentati e dovevamo girare con una macchina da presa rapida.
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